Non mi stupisce assolutamente la legge discriminatoria contro gli omosessuali promulgata dal governatore dell’Indiana Mike Pence. L’Indiana è uno dei tanti stati americani conservatori dove i repubblicani hanno quasi sempre facile vittoria alle elezioni amministrative, con l’unica eccezione recente quando l’Indiana optò nel 2008 per pochissimi voti per Barack Obama. Lo stato presenta pochissime isole democratiche nel mare rosso repubblicano, principalmente nella capitale dello stato dell’Indiana Indianapolis e Bloomington, sede della Indiana University, per cui è naturale che la protesta principale contro questa legge sia avvenuta in Indianapolis. Che la città di West Lafayette, sede della Purdue University, non faccia parte di queste isole democratiche è stato per me uno di punti di demerito di una cittadina che altrimenti ho trovato tutto sommato un bel posto. Comunque non credo che tale legge potrà sopravvivere a lungo, in quando lede al principio fondamentale dei diritti civili per una minoranza della popolazione, anche di fronte al supposto “diritto di libertà religiosa” che afferma di proteggere. A volte in America rimango basito del basso calcolo dei politici americani, e di fronte a certi eventi mi trovo sempre più convinto che il distacco tra la maggioranza silenziosa della popolazione e i politici sia profonda. Non sarebbe la prima volta infatti che in Indiana un politico si lasci andare a commenti indesiderati che fanno trapelare il suo pensiero più conservatore. Nel 2012, il pretendente repubblicano al seggio di senatore dell’Indiana Richard Mourdock perse l’elezione per un’affermazione a dir poco infelice, quando disse che “anche quando la vita inizia dalla situazione orrenda di stupro, è qualcosa che Dio ha inteso che succedesse“. Insomma, a volte anche la politica americana lascia molto a desiderare.
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